Giuseppe Ruatti fu agronomo insigne, studioso e antifascista. Figura di rispetto della vita e della cultura della nostra regione, nasce a Rabbi in val di Sole il 20 luglio 1886 e muore a Cles in val di Non l’11 dicembre 1955.

Nel marzo del 1917 consegue la laurea all’università di Vienna e diventa dottore in scienze agrarie. La professione lo porta a svolgere numerosi incarichi di prestigio sia come docente che come uomo delle istituzioni e libero professionista. Insegna scienze naturali e chimica presso il Consiglio provinciale dell’agricoltura di Trento, economia all’Istituto agrario di San Michele ed economia agraria all’Istituto nazionale di economia agraria di Roma. Lavora presso varie aziende e consorzi idrici trentini. Diventa dirigente dell’Ufficio agrario del Consorzio della provincia e dei comuni trentini e ricopre gli incarichi di commissario straordinario del Consiglio provinciale dell’economia di Trento e di presidente della commissione economica del CLN di Trento.

Di pari passo conduce fin da giovanissimo una vasta attività pubblicistica. Già nel 1911 compaiono suoi articoli su “La Voce trentina” intorno ai problemi dell’agricoltura della regione. Tra il 1926 e il 1941 scrive nella Rivista “Trentino” della Legione Trentina, nel 1933 è fatto socio dell’Accademia roveretana degli Agiati e in quegli stessi anni diventa socio del Museo storico di Trento (allora Museo trentino del Risorgimento e della lotta per la libertà). Le sue pubblicazioni nel campo degli studi dell’economia agraria sono numerose e rivestono ancora oggi un’importanza nazionale.

A causa delle sue idee democratiche, Giuseppe Ruatti viene arrestato dai fascisti a Cles il 6 dicembre 1941 e tradotto nelle carceri di Trento. Il 16 febbraio del ‘42 viene condannato a cinque anni di confino per “disfattismo e antifascismo e radioaudizioni estere”. Sconta la pena in un campo di prigionia a Pisticci in provincia di Matera e poi a Capestrano nei pressi de L’Aquila. Nel 1943 è rilasciato in seguito alla caduta del fascismo e il 7 agosto può tornare a Cles. Ma, poche settimane dopo, quando il Trentino viene annesso al Reich mediante l’istituzione per volontà di Hitler della Zona di operazione delle Prealpi (Alpenvorland), Ruatti viene arrestato dal prefetto di Trento Italo Foschi il 16 settembre. Sarà liberato ad opera del prefetto Adolfo de Bertolini e dopo ventidue mesi di prigionia riprenderà la libera professione. Come documentazione del periodo di detenzione, Giuseppe Ruatti ha affidato nel 1954 le sue memorie al Museo storico di Trento (oggi Fondazione Museo storico del Trentino), presso il quale sono oggi custoditi i documenti.

Alla sua professionalità e dedizione, Ruatti ha affiancato la attività di fotoamatore lasciando centinaia di immagini sulla valle di Non degli anni ‘30 e ‘40.

Testo a cura di Alessandro de Bertolini

fonte: Fondazione Museo Storico del Trentino

Giuseppe Ruatti