“Ha vinto ancora una volta la Costituzione, contro l’arroganza, la prepotenza, la mancanza di rispetto per la sovranità popolare e i diritti dei cittadini”
Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi
Il popolo italiano ha sconfitto chi ha voluto fare della carta costituzionale uno strumento di lotta politica e ha, con ampio margine, respinto il tentativo di stravolgerla. È finita una lunghissima campagna elettorale voluta dal presidente del consiglio che, colpevolmente, ha trasformato, la riforma della costituzione in un plebiscito su se stesso ponendo in secondo piano le vere emergenze della nazione. Il giudizio degli elettori è stato severo nel vanificare la scelta di una minoranza di voler imporre una visione di parte su questioni che per loro natura appartengono all’intera popolazione e che necessitano della massima condivisione. Il popolo, ancora una volta, ha saputo trovare le ragioni per opporsi a una narrazione non veritiera della realtà, ancora una volta è stata battuto un intero sistema che pone al centro la conservazione della supremazia delle esigenze finanziarie a discapito degli interessi generali della popolazione, ancora una volta è stato evidenziato l’imbarazzante scollamento tra la realtà dei comuni cittadini e gli obiettivi di una classe politica cieca affascinata dalle derive populiste: è fallito il tentativo della casta di travestirsi in anticasta.
Il Comitato del no di Marconia e Pisticci saluta con orgoglio il risultato del nostro comune che ha respinto la riforma Renzi/Boschi/Verdini con il 75,76% di no e ringrazia le ragazze, i ragazzi, le donne e gli uomini che hanno reso possibile questo risultato straordinario.
Il Comitato del No, nel respingere il tentativo di far passare la bocciatura del quesito referendario come la vittoria dei “populisti”, invita a una riflessione seria e auspica un ritorno della centralità della politica e la fine della ricerca di scorciatoie per la soluzione di problemi che vanno ben al di là della modifica dell’architettura della nostra Repubblica Parlamentare. Riteniamo, infatti, che le dimensioni della bocciatura delle indicazioni del governo, del più grande partito italiano, della Confindustria, delle più grandi testate giornalistiche, delle banche più potenti del mondo, ecc; vada ben al di là del tema referendario e che molte delle cause sono da ricercare nel profondo disagio di ampie fasce della popolazione stanca della cecità di chi si ostina a pontificare su impercettibili benefici derivanti dalla mirabolante azione di governo e non vede la sofferenza degli ultimi, sempre più numerosi: si guardino i dati Istat sulla povertà assoluta e sulla povertà relativa, che fotografano un considerevole aumento di persone costrette a vivere in condizioni di povertà e un progressivo impoverimento del ceto medio.
Si tratta oggi, dopo la sbornia referendaria a cui il governo ci ha sottoposti, di capire quali sono gli obiettivi verso cui indirizzare l’azione politica e, in tal senso, non si può continuare a non ricercare la massima unità delle forze in campo perché la vera sfida è quella di attuare realmente la nostra Costituzione ancora capace di offrire gli strumenti per la ricostruzione di uno stato sociale a misura dei cittadini e non degli indici di borsa.
Se non si capisce che il vero debito pubblico da eliminare sono le sacche di povertà e il disagio sociale, bisognerà mettere in conto forme di protesta ben più importanti che la sconfitta di un capopartito accecato da un ego sterminato.
Referendum Modifiche Costituzionali – Comitato di Pisticci e Marconia
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