La crescita culturale delle nostra comunità passa anche attraverso pubblicazioni come questa, legare indissolubilmente la storia di Pisticci con quella delle sue frazioni che serve a consolidare il sentimento di integrazione sociale e territoriale di tutti noi facendoci riscoprire le origini.
Risale al 1950 quando il governo varò la famosa Legge Stralcio con cui a Pisticci vennero espropriati numerosi terreni affidati all’ente di Riforma Agraria. Nel comprensorio di Marconia il regime aveva cancellato le piccole proprietà, un divario tra ricco e povero che rendeva drammatiche le condizioni di vita dei contadini, che spinti dalla fame e dalla necessità, avevano iniziato ad occupare le terre cercando il riscatto sociale. Nel territorio di Marconia le prime assegnazioni furono avviate nel 1951, i primi cinquecento assegnatari ottennero una estensione di terreno in media di sei ettari, per ognuno, con annessa casa colonica e locale-deposito per gli attrezzi di lavoro. Sorsero così numerosi casolari sparsi per i campi, tutta la distesa di Pisticci fu dotata di una rete di irrigazione di acqua proveniente dall’Agri, le famiglie di assegnatari crearono nuovi centri residenziali a S. Teodoro, Casinello, Incoronata, e Scannaturchi. Alle tradizionali culture si aggiunse la coltivazione del tabacco affidata alla manodopera leccese, esperti nel settore.
Nell’anno successivo in seguito al cattivo raccolto, i quotisti marconiani sollecitarono tutta una serie di provvedimenti e di benefici, ma la Provincia respinse la richiesta. Gli assegnatari non si diedero per vinti e, per far sentire con maggioranza la propria voce, si raggrupparono nella sezione di Marconia dell’Associazione Autonoma Contadini Lucani, dimostrando che i campi avevano subito gravissimi danni a causa delle avversità atmosferiche delle alluvioni e della recente siccità che perdurava da sedici mesi. Fu approvato un documento inviato a tutti gli enti preposti, nel quale si sollecitavano l’immediata esenzione di tasse e tributi, provvedimenti di risarcimento, distribuzione gratuita del grano per il fabbisogno familiare e di mangime per il bestiame.
Alla Riforma Fondiaria va dato il merito di aver trasformato il contadino e il bracciante da soggetto passivo a membro protagonista della storia di Pisticci, e di aver rotto il secolare isolamento della classe contadina per inserirla in una più fruitiva organizzazione associativa, ma la Riforma di quegli anni non ha frenato l’emigrazione al nord, nelle aree industriali o all’estero. Altri contadini invece rimasero per cambiare il volto delle campagne, a costruire cooperative e consorzi e a combattere per una nuova politica agraria.
Giuseppe Cisterna
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