Se n’è discusso molto in questi giorni, ma se n’è parlato anche nei parlamenti nazionali a febbraio. Proroga si proroga no, ma il Dg dell’Asm di Matera Friolo è stato molto chiaro dopo le polemiche dello scorso primo Aprile sulla mancata operatività dell’ambulatorio di Chirurgia all’Ospedale di Tinchi. Il medico che non era andato ancora in pensione, il trentuno Marzo è andato in quiescenza. A sostituire il Medico, il Martedì ci sarà una nuova dottoressa già in servizio. Sin da subito sulla stampa, l’arte di dire tutto e il contrario di tutto è stata portata a livelli davvero estremi, per cui l’allarme del primo Aprile non era un disservizio, perché la proroga al medico in pensione è stata fatta fino a quando è stato possibile.
Tutto questo perché: da una semplice informazione possiamo verificare che con gli emendamenti presentati col decreto milleproroghe i medici avevano, ancora una volta, la possibilità fino al duemila ventisette di restare a lavorare fino al settantaduesimo anno di età senza perdere gli incarichi assegnati durante la carriera. La proroga al governo purtroppo non si è concretizzata.
Certamente, questa storia delle proroghe non poteva essere la soluzione alla carenza di personale, quando la soluzione vera, è quella di rendere attrattivo il sistema sanitario investendo sui giovani per migliorare le loro condizioni di lavoro e la professione sia in ospedale che sul territorio. Quella di trattenere i medici oltre settant’anni non è la normalità perché non può essere la soluzione alla carenza dei medici. Quando poi alle volte ci lamentiamo che i giovani, anche i giovani medici che hanno studiato medicina, poco entusiasti, sarebbero etichettati come nullafacente o scansafatiche ed è il motivo per il quale fanno le valigie e vanno a lavorare fuori regione o forse semplicemente, il motivo per il quale spesse volte non hanno opportunità e meritocrazia. Dopotutto, non c’è solo la carenza di personale che attanaglia questo sistema sanitario ma c’è semplicemente, la mancata motivazione al personale giovane anche per l’avanzamento di carriera.
Sia chiaro, questa non può e non deve essere una battaglia ideologica, ma una lotta per evitare l’ennesima pezza a un sistema sanitario che ha bisogno di una riforma strutturale seria e non fasulla. Tutti sono utili nessuno è indispensabile.
Giuseppe Cisterna