Dalla Lucania di Carlo Levi, terra di un mondo solitario e primitivo, abitato solo da contadini poveri, incompresi, sfruttati, superstiziosi e ignoranti vittime di un lontanissimo Stato, a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Una nomina meritata tra il fiato sospeso e salti di gioia dei cittadini, un’occasione per i materani e per i piccoli comuni che con gli anni si spopolano.  Chi parla di “riscatto” di un territorio sfruttato e abbandonato, non sbaglia, perché matera2019 è l’evento delle opportunità che offrirà molti spazi a tutti, per la realizzazione di un vasto programma internazionale mai realizzato in Basilicata.

All’indomani della “vittoria” molti sono i dubbi rimasti tra i lucani che puntano sulle energie alternative, allontanando il più possibile le estrazioni dei combustibili fossili e i rischi che possono ancora provocare.

Il 6 settembre scorso il presidente del Consiglio Matteo Renzi all’inaugurazione dello stabilimento Rubinetterie Bresciane, Gussago (Brescia) dichiara:

“Quando io penso che siamo in una crisi energetica che voi tutti conoscete, e abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in Basilicata e in Sicilia e consentendo a questo paese di vincere la sfida energetica, io la norma la faccio, anzi l’ho già fatta. Vada come deve andare”.

Non provo a depotenziare matera2019 e le sue opportunità, ma credo che, non sbaglia chi pensa che la Basilicata sia stata scelta anche per la sua scarsa densità di popolazione, per il suo essere territorio di serie B da anni, una regione da spremere e inquinare con le caratteristiche geologiche ideali per depositare rifiuti di ogni genere, uomini e donne che chiedono occupazione, salute e rispetto della dignità umana, quelli che non immaginano che il futuro di questa terra sia ancora nel fare buchi.

Senza voler andare oltre, nell’attesa che Cristo discendi, continueremo sfruttando anche questa occasione, a essere sognatori e a costruire come sempre dal basso il nostro futuro, interrogandosi sugli errori commessi e sulle opportunità da esplorare mentre gli altri, costretti a fare le valige, emigrano.

Matera2019 è un evento culturale fatto di grandi progetti da dover gestire, sessanta milioni di euro messi a disposizione dall’Europa per rappresentare al meglio la città e la Basilicata con l’arte e il turismo.

Che matera2019 dia un’opportunità a quelli che ci credono, con l’invito a non distrarsi e abbassare la guardia, altrimenti quale città della cultura con un enorme contraddizione sotto gli occhi di tutti? perché se c’è qualcuno che vince, poi c’è sempre qualcun’altro che perde.

E chissà cosa avrebbe detto lo scrittore antifascista di “Cristo si è fermato a Eboli” su matera2019.

Giuseppe Cisterna